Si potrebbe dire che la trattazione di questo libro ruota intorno a due domande:
Ciò che noi denominiamo mente è un’entità autonoma e divisa dal corpo che agisce su sé stessa tramite il cervello? Oppure potremmo dire che è totalmente collegata al corpo, prodotta dal cervello su esperienze vissute, e capace a sua volta d’influenzare il cervello e il corpo nella sua globalità?
Per un lungo tempo l’ipotesi di una reale influenza della mente sulla salute del corpo è stata oggetto di contestazioni. Oggi, grazie ai metodi d’indagine e agli studi neuroscientifici si è accertato e riconosciuto il carattere unitario e indivisibile dell’essere umano.
Sappiamo che le esperienze fisiche generano emozioni che si trasformano in immagini mentali, sentimenti e pensieri, e che tutto ciò produce i suoi effetti anche a parti invertite:
i pensieri e le emozioni si traducono in sensazioni fisiche e contemporaneamente influenzano il funzionamento del nostro corpo. Tali intuizioni erano già state evidenziate dal neurobiologo Francisco Varela negli anni 70 con il quale l’autore del libro ha studiato e ampliato negli anni lo stesso ambito di ricerca.
L’idea è che noi tutti siamo un corpo che si evolve continuamente perché percepisce, vive e pensa.
Nel libro si fa il punto sulle metodiche psicologiche, spesso di origini molto antiche, raccolte sotto la definizione di medicine complementari o “mente-corpo” indicando alcune tecniche come la meditazione, l’autosuggestione, l’ipnosi e la musicoterapia. Queste pratiche se da un lato permettono di limitare l’utilizzo di farmaci e le controindicazioni conseguenti, dall’altro incoraggiano il paziente ad agire positivamente e volontariamente sulla propria salute.
L’autore ci fa viaggiare in quest’universo parallelo per così dire, nella convinzione di allargare l’orizzonte scientifico per associarlo all’esperienza umana e ai poteri di trasformazione esercitati dalla mente.
L’idea centrale del libro si mostra nella capacità dell’uomo di ri-diventare attore e protagonista del proprio corpo contribuendo attivamente al processo della propria guarigione avendo tutti noi il potere di plasmarci biologicamente e diventare ciò che decidiamo di essere.
Troppo complesso tutto questo?
Forse…ma certamente molto affascinante anche per gli scenari allargati che l’autore apre in questo libro che si legge scorrevolmente nonostante la complessità dei temi trattati.
Nei primi cinque capitoli l’autore ci parla di mente, neuroni, epilessia, ipnosi e neuro feedback viaggiando tra passato e presente, tra patologie e sviluppi terapeutici sempre con uno sguardo neuro fenomenologico. Nei successivi cinque capitoli si affrontano i temi della meditazione, dello star bene con gli altri oltre a temi legati ai dialoghi tra neuroscienze e meditazione con un paragrafo dedicato alle conferenze Mind and Life nate dalla collaborazione di Francisco Varela con il Dalai Lama. Proprio sugli effetti della meditazione Le Van Quyen illustra come questa pratica è in grado di migliorare i livelli di concentrazione, di controllo delle emozioni dimostrando inoltre come sia possibile oggi esercitare funzioni specifiche del cervello con la tecnica del neurofeedback.
Molti temi trattati in questo libro tipo l’ipnosi o l’effetto placebo sono spiegati con riferimenti scientifici alla portata del lettore non esperto mantenendo una visione sempre globale che include il cervello biologico e l’esperienza unica e soggettiva della mente.
A questo punto vi chiederete: COSA HA A CHE FARE TUTTO QUESTO CON LA MUSICA?
Premesso che il nostro cervello cambia in base alle relazioni che stabiliamo con gli altri e che tale risonanza emozionale è il fulcro della nostra esistenza, la componente emotiva innescata dalla musica e collettivamente condivisa produce uno stato di benessere. Quest’effetto si crea grazie all’attivazione di circuiti neuronali che c’inducono a ripetere tutti i comportamenti che generano il piacere e la musica che amiamo è uno di questi.
L’autore riporta studi realizzati su volontari che ascoltavano il brano musicale prediletto misurando le variazioni di temperatura, respirazione e frequenza cardiaca. Le neuro immagini dei soggetti hanno mostrato un aumento della dopamina, oltre alla serotonina e all’adrenalina, sia in fase di aspettativa di un piacere a venire, cioè in anticipazione, sia in un secondo tempo quando il volontario è nel mezzo del suo diletto di ascolto.
Altre ricerche, che l’autore descrive, mostrano come un laboratorio di canto proposto a dei malati di Alzheimer ha permesso di costatare come questi pazienti riuscissero a memorizzare canti ritrovando una capacità che pensavano del tutto scomparsa.
Com’ è possibile tutto questo?
Sicuramente grazie alla componente emotiva innescata dalla musica ma anche grazie al valore socializzante e di legame interpersonale che l’esperienza corale attiva anche in pazienti in difficoltà così gravi.
In conclusione la nostra mente non è costituita da un unico “io” individuale, ma si costituisce e si modifica in un continuo interscambio tra interno e esterno da noi stessi in una dimensione sociale e collettiva.
Allo stesso modo l’esperienza del far musica si costituisce e si trasforma nella continua interazione tra interprete e ascoltatori dentro un linguaggio espressivo condiviso da entrambi che lega i due protagonisti in un’esperienza attiva di risonanza empatica.
Ecco perché v’invito a leggere questo libro che è una passeggiata dentro la potenza della mente e anche delle esperienze musicali capaci entrambe di indurre il cervello a fare cose sorprendenti variandone il funzionamento e perfino la struttura.
Alessandra Seggi
MICHEL LE VAN QUYEN, dirige un gruppo di ricerca presso l’Istituto del cervello e del midollo spinale dell’Ospedale Pitié-Salpetrière di Parigi. Si occupa di neuro fenomenologia, studiando i rapporti fra la dinamica del cervello, la coscienza e l’esperienza umana.
Il potere della mente, Ed Dedalo 2016, Bari.
Archivi giornalieri: 26 Aprile 2016
Recensione: LA TERAPIA DEL RESPIRO di Silvia Bifferale
La terapia del respiro di Silvia Biferale è un libro che si snoda dentro i labirinti del nostro sentire più intimo, nascosto e silenzioso.
Il corpo mosso dal respiro è il protagonista di queste pagine osservato sia nell’ambito terapeutico sia in quello espressivo musicale. Il movimento del respiro diventa strumento e materia della conoscenza di sé oltre che esperienza di cura del corpo stesso.
Il libro è rivolto a terapeuti, cantanti, musicisti e professionisti della voce ma, parlando di un aspetto così intimo e naturale come il respiro, a chiunque interessato alle valenze profonde che il respiro può dischiudere in ciascuno di noi.
Il libro si articola in quattro parti, dove nelle prime due si affronta il tema del movimento del respiro sul versante fisiologico sulle funzioni corporee come l’appoggio, il sostegno e la postura; nella terza parte si analizza il ruolo del respiro riguardo al suono e alla voce viaggiando nella complessità delle articolazioni di cui è costituita la complessità dell’espressione di sé; nella quarta parte infine il respiro fa da guida principale nella strutturazione dei processi di apprendimento musicale a partire dalla primissima infanzia.
Il corpo è sempre il protagonista, come indicano le recenti ricerche neuroscentifiche e il respiro prepara alla recettività che precede ogni atto creativo stabilendo un contatto tra il musicista e la musica ancor prima che questa sia udibile.
Si parla di multisensorialità come un sentire globale che non include solo l’ascolto ma tutti i sensi e le percezioni corporee emergenti: “sentire” e “sentirsi sentire” come processo di strutturazione consapevole del sé corporeo.
Il movimento del respiro in tutto questo, scandisce il tempo della presenza del suono durante il silenzio così che l’ascolto diventa l’altro protagonista di queste pagine con tutte le proprie valenze terapeutiche, espressive proprie del silenzio.
Quest’ affascinante libro rappresenta un possibile cammino interiore nella relazione d’ascolto prima che l’idea diventi suono e intensione gestuale, un silenzio non privo di vita attraverso il quale il corpo si prepara ad accogliere e ad esprimere il suono stesso.
In un tempo come il nostro dove facilmente si smarriscono il senso e il valore del proprio sentire nel “qui e ora” ritornare all’ascolto del respiro rappresenta la possibilità di sintonizzarsi intimamente con questo specifico movimento continuo cogliendone tutte le sfumature e le risonanze.
Ecco perché suggerisco la lettura di questo libro che ci permette di uscire dal torpore di un ascolto personale e musicale spesso tecnicistico e distante dal sentire profondo e capace di preparare il corpo stesso a percepire e a percepirsi in un udibile intimo e profondamente vitale.
Alessandra Seggi
SILVIA BIFERALE è terapista della riabilitazione e specializzata come terapeuta del respiro secondo la teoria di Ilse Middendorf oltre che responsabile per l’Italia della formazione europea Atem-Tonus-Ton, e didatta della Audiation Institute sull’apprendimento musicale secondo la Music LearningTheory di E. Gordon
La terapia del respiro, Ed. Astrolabio, 2014, Roma
Recensione: PARLARSI La comunicazione perduta di Eugenio Borgna
Questo piccolo libro è un prezioso scrigno di riflessioni sull’arte della relazione con l’altro quanto con il nostro stesso io.
L’autore, Eugenio Borgna, psichiatra, docente e scrittore di numerosi saggi ci fa viaggiare nell’universo della comunicazione sottolineando come la relazione ci permette di stabilire un dialogo non solo con l’altro ma anche con la nostra interiorità.
Il ponte che ci permette di stabilire un contatto tra il nostro sentire e quello altrui è la parola che ci consente di entrare e uscire da noi immedesimandosi nel sentire dell’altro.
La circolarità fra noi e l’altro prende vita dal nostro mondo emozionale: “Se vogliamo creare una comunicazione autentica con una persona, se vogliamo davvero ascoltarla, non possiamo non farci accompagnare dalle nostre emozioni”. Naturalmente la comunicazione presuppone l’ascolto e le attese in termini di rispetto …”delle attese che non il linguaggio delle parole, ma quello del corpo vivente, ci sa indicare.”
L’autore ci parla delle parole del silenzio e della bellezza del silenzio interiore che ci permette di ascoltare ciò che sentiamo in quella che Borgna chiama solitudine interiore come “..riflessione palpitante di vita”.
Borgna con un linguaggio fluido e poetico ci porta dentro le diverse modalità comunicative dell’uomo dal volto, la voce, gli occhi, le lacrime indagando anche i luoghi della comunicazione a partire dalla famiglia, la scuola, l’ambiente digitale così come nelle diverse fasi della vita includendo la malattia, la solitudine e il dolore.
Le ultime pagine sono dedicate alla comunicazione come cura che circolarmente include il nostro sé e quello dell’altro in un continuo rinnovarsi e nutrirsi vicendevole dentro le parole, i silenzi e l’ascolto.
Consiglio a tutti questo bellissimo libro non solo per riflettere e pensare ma anche per ascoltare tutta la musica che sorprendentemente vi risuona dentro.
Alessandra Seggi
EUGENIO BORGNA
Primario emerito di psichiatria dell’ospedale Maggiore di Novara e libero docente in Clinica delle malattie nervose e mentali presso l’Università di Milano. È uno degli esponenti italiani di punta della psichiatria fenomenologia.
PARLARSI – La comunicazione perduta Ed Einaudi, 2015